“Intelligenza musicale, è questo che vedo.” Markella si riferisce ai membri della Chicco Sband, il gruppo musicale dei “talenti diversi” creato da L’Arche Il Chicco a Roma, Italia, dove sta facendo volontariato per un anno. Dopo aver lavorato per alcuni anni con bambini con disabilità intellettive nella sua terra natale, la Grecia, Markella ha deciso di ampliare la sua esperienza; venire a L’Arche le ha dato l’opportunità di lavorare in un nuovo contesto con adulti disabili.
Aprire nuovi orizzonti è esattamente ciò che la Sband sa fare meglio. Non solo per i suoi membri, con o senza disabilità intellettiva, ma anche per i bambini e gli insegnanti delle numerose scuole della città che li invitano a tenere concerti nelle loro strutture. Manuela Urso, una di questi insegnanti, dice: “Noi insegnanti trascorriamo la vita a sensibilizzare i bambini su valori come l’ altruismo, l’ aiutare gli altri, l’essere collaborativi e cooperativi. Purtroppo questi valori possono rimanere solo su un piano teorico, come argomenti di discussione. Per questo motivo, volevo che i bambini imparassero attraverso un’esperienza reale, partendo dal concreto.”
Manuela ricorda l’ impatto che la Sband ha avuto sui suoi alunni: nelle scrivere della loro esperienza successivamente al concerto, la maggior parte di loro ha detto che all’inizio ha sentito un po’ di paura. “Ma poi tutto è stato così spontaneo e naturale che si sono trovati a provare emozioni come la gioia. I bambini hanno fatto bellissimi disegni e due o tre di loro hanno scritto cose molto toccanti e significative. Questa esperienza avrà su di loro un impatto duraturo nel tempo.”
//= $link['url'] ?>//= $link['title'] ?>Loredana, fondatrice della Sband nei primi anni 2000, sottolinea l’importanza di questa missione nelle scuole, rassicurando che i giovani possano incontrare e apprezzare i talenti diversificati degli adulti con disabilità intellettiva. A scuola, l’integrazione tra gli alunni funziona relativamente bene, anche grazie al supporto del personale scolastico. Nonostante questo, una volta che una persona con disabilità intellettiva esce dalla scuola, la vita diventa più difficile: “Rimane una difficoltà della società nei confronti delle persone disabili, un’ imbarazzo, un’ incapacità di relazionarsi. A mio parere, questo è dovuto solo alla mancanza di un’ esperienza diretta con la persona disabile.”
Loredana è pronta a riconoscere gli sforzi di tutti coloro che lavorano nel campo della disabilità anche se: “Il mondo della disabilità non gode di grandi finanziamenti: gli insegnanti e gli assistenti fanno il meglio che possono con le risorse che hanno a disposizione, ma è richiesta una grande energia e grande passione per poter fare la differenza. Senza questo, le persone disabili rischiano di trovarsi come in un “parcheggio” dove per loro non c’è nulla di significativo”.
Cambiare questo stereotipo negativo di basse aspettative verso la persona con disabilità è il compito che la Sband si è prefissato. Liberare il vero potenziale di una persona è il metodo più efficace per rivelare la falsità della narrativa pessimistica sulla disabilità. Tutto ciò che serve è garantire che ciascuno abbia le giuste opportunità, competenze e gli incoraggiamenti necessari per esprimersi creativamente. Questo è vero, indipendentemente dal fatto che si abbia o meno una disabilità intellettiva: per certo, ogni essere umano ha bisogno di persone che credano in lui e nel suo potenziale nascosto.
A giudicare dai talenti dei suoi musicisti, la Sband è la prova che questa è una formula vincente. Una persona che sicuramente combina una disabilità intellettiva con un’ intelligenza musicale è Luca Boldreghini. “Il mio ruolo nella Sband è improvvisare e anche suonare le congas,” spiega Luca. “Ho deciso di unirmi a loro perché mi piace davvero la musica… perché la musica fa parte della mia vita e anche perché Antonio me lo ha chiesto. Io ho accettato dal profondo del cuore.”
Anche Daniele è orgoglioso del suo ruolo nel Sband: “Mi piace la musica. Mi piace suonare i “chimes” e non solo. Suono anche l’armonica e canto. Uno, due, tre. Siamo pronti!”
Antonio Turano, direttore della Chicco Sband, spiega come la band utilizzi l’improvvisazione per ottenere i suoi risultati: “Ho iniziato come rapper e ho sviluppato una sorta di musicoterapia attraverso il rap. Poi ho scoperto un metodo argentino chiamato Ritmo con Segni. Questo permette arrangiamenti musicali improvvisati in tempo reale nel gruppo.”
//= $link['url'] ?>//= $link['title'] ?>Antonio è rimasto sorpreso da ciò che accade quando si crea un clima che permette la crescita di tutti gli individui: “Succedono cose che non avremmo mai immaginato e che ci portano a riconsiderare le nostre aspettative su una persona. Ad esempio, l’anno scorso abbiamo invitato diversi membri a farsi avanti e dirigere la Sband. Durante la nostra ultima prova prima di Natale, Vittorio si è alzato. Non lo avevamo mai invitato prima proprio a cause delle nostre limitate aspettative. Questa è stata per noi una bellissima esperienza: quando Vittorio ha alzato la mano per indicare il suo desiderio di provarci, ci ha completamente sorpreso. È stato lui a dirci, ‘guardate, dovete rompere questa barriera’. Vittorio ha diretto un pezzo, guidando le entrate e indicando ai diversi musicisti quando suonare. È stata un’ esperienza incredibile per tutti. Vittorio ci stava guidando, insegnandoci qualcosa di molto importante. Quel giorno, ha cambiato per sempre il modo in cui lo vedevamo.”
Antonio insiste sul fatto che la crescita non è mai a senso unico: “Quando riesco a lasciarmi alle spalle un pregiudizio, sento che io stesso sono cresciuto e ho dato a qualcuno lo spazio per crescere. Non credo sia possibile dare a qualcuno la possibilità di crescere senza crescere noi stessi.” Questa reciprocità è il fondamento della Chicco Sband: “Ognuno di noi ha qualche tipo di limite, o ha difficoltà ad accedere a qualcosa, o ad esprimersi in un certo modo. Una comunità è davvero sana quando non crea differenze perché ‘la tua disabilità è piu’ grave della mia’. Purtroppo, la nostra società è strutturata come un gioco che automaticamente esclude alcune persone. Nella Chicco Sband, al contrario, siamo tutti sullo stesso livello. A volte, ad esempio, condividiamo tutti la difficoltà di riconoscere un particolare segno della mano. La Sband crea la vera partecipazione in una comunità condivisa.”
Loredana concorda: “L’improvvisazione ci insegna tutti a essere flessibili, a rimanere pronti per l’inaspettato; che si abbia o meno una disabilità, possiamo tutti essere sorpresi: Nadia, Luca, Alessia e io siamo tutti uguali in questo processo. Nessuno è più preparato dell’altro e trovo questo molto inclusivo.”
Nadia Notarantonio è un’altra membro della Sband che apprezza la sua atmosfera di inclusività. Come cantante con disabilità, Nadia si è putroppo trovata poco accolta dal coro della sua chiesa locale. Nella Sband, invece, Nadia può realizzare i suoi sogni: “Cantiamo insieme”, dice “e siamo forti.”
Loredana conferma come la Chicco Sband promuova i valori di una comunità: relazione, sostegno reciproco, stima reciproca, fiducia l’uno nell’altro. Ogni persona trova il suo posto. La Sband è un luogo in cui è richiesto anche di crescere, cambiare, adattarsi, provare cose nuove e per questo motivo non è sempre una zona di comfort. Ci esprimiamo, ma nell’ interagire con l’altro, impariamo anche a limitarci per lasciare spazio agli altri.Non sorprende che la crescente popolarità della Chicco Sband abbia portato a un programma ricco di concerti, non solo per le scuole ma anche per un pubblico più ampio. Di recente la Chicco Sband ha suonato nell’evento più importante, fino ad oggi: la Giornata Mondiale del Jazz al Parco della Musica Auditorium di Roma.
L’ultima parola a Loredana: “La Sband è sorprendersi della bellezza dell’altro e delle sue capacità. Si tratta di lasciare socchiusa la porta della sorpresa, della possibilità, in modo che l’altro possa crescere e mostrare il suo cambiamento verso una bellezza completa.”